Ogni anno in questo periodo viene ricordato Beato Daniele d’Ungrispach vissuto nel 1300 e che, pur non avendo preso i voti si è distinto nel proprio lavoro e nel curare la propria interiorità prendendosi cura dei poveri.
Anche quest’anno durante la Liturgia dell’8 maggio nella Chiesa di San Leopoldo a Cormons, don Paolo ha voluto dedicargli un ricordo speciale omaggiando la nostra Associazione per l’impegno profuso.
Daniele nacque nel castello di Cormons,intorno all’anno 1344, figlio primogenito di Nicolaussio d’Ungrispach e di Maddalena Savio di Gemona.
La sua era una nobile famiglia di stirpe germanica,“facoltosissima”, Signori di Cormons, Medea e Foiana, vassalla dei conti di Gorizia, che ebbe tra i suoi membri un vescovo di Concordia e uno di Trieste. Ancora oggi lo stemma del Comune di Cormons si ispira al loro blasone. Daniele a sedici anni si trasferirono a Pordenone, dove, a circa vent’anni sposò Ursina Ricchieri appartenente alla più potente famiglia cittadina. Ebbero una figlia, Lucia, andata poi sposa nel 1384 al nobile Giacomo Spelladi di Treviso.
Forse a seguito di eventi bellici, Daniele fu prigioniero a Verona di Cansignorio della Scala, Nonostante la giovane età era così ben voluto dai suoi concittadini che essi intervennero per ottenerne la liberazione.
Amava leggere la Bibbia e gli scritti dei Padri della Chiesa, in particolare Sant’Agostino e giorno per giorno manifestò il desiderio di avvicinarsi a Dio, alternando giornate scandite dagli impegni sociali, a giornate di preghiera, spese a fianco dei suoi amici monaci. La sua vita fu una mirabile sintesi “dell’Ora et labora”: sposo, padre, imprenditore e pure politico, con lo sguardo però sempre rivolto a Dio.
Nel 1380 intraprese il percorso per divenire oblato della Congregazione Camaldolese, che si compì pienamente il 31 marzo 1392. Da quel giorno ebbe una cella tutta sua. Fu generoso, come detto, con il suo monastero, ma pure con altre entità religiose, specie veneziane tanto che nel 1398 fu nominato procuratore della Chiesa di San Marco.
I Padri Camaldolesi gli diedero devota sepoltura nella tomba dei nobili Donà all’interno del monastero.
Fu subito considerato un “martire della carità”.
Il patriarca di Venezia parlando di lui ha affermato che nel Beato Daniele possiamo trovate un retto stile di vita riproponibile ad un laicato chiamato a rimotivare una concorde e comune testimonianza cristiana.
http://www.chiesacormons.it/content/beato-daniele-dungrispach-1?fbclid=IwAR0ea-eLV4_VIBJwaCt5aC6ToipNjMgEkjOJmBlUYhQDo4-2-wplPagw-Yk